Job title, description, assignement: come farli bene in 3 principi.

Job title, job description e job assignement ci portano a creare le liste degli Job(s) to be done. Job, job, job: in italiano, LAVORO.

Il lavoro non è solo un titolo, non è sola una descrizione ‘’messa giù bene’’. Il lavoro è quell’insieme di azioni che crea qualcosa che prima non c’era. È quell’insieme di azioni che fa accadere le cose. Come le fa accadere, dipende anche da come lavoriamo nel design setting del JOB.

Dall’ambiguità di un title, a una descrizione troppo generica, agli obiettivi non descritti in modo chiaro a, infine, lavori fantasma … le insidie, quando costruiamo un organigramma e progettiamo ruoli, sono molte.

Ogni singolo lavoro include:

Un titolo che descrive il ruolo

Se puoi evita:

  • Anglicismi da effetto wow
  • Espressioni generiche che non spiegano le responsabilità

La job description che racconta cosa fai

Da evitare sempre:

  • Frasi che non dicono nulla
  • Assenza di specifiche su obiettivi e responsabilità
  • Parole incomprensibili (magari anche a te!)

E’ la descrizione delle responsabilità. Ma non basta descrivere cosa deve fare quel ruolo. Vanno aggiunti altri dati importanti:

    • L’obiettivo (e la mission) dentro il contesto organizzativo
    • I referenti interni ed esterni (con chi lavora, con chi progetta, con chi si relaziona?)
    • La governance: a chi riferisce la persona investita di quel job title, che vuol dire, quale posizione occupa nei processi decisionali e quale autonomia (e dunque responsabilità) ha.
Il job assignement che dice a cosa dare importanza

Cosa non è

  • Una forma romanzata della job description

Il job assignement è quella cosa che ognuno di noi dovrebbe far(si) a inizio anno e aggiustare a ogni quadrimestre (e se lavoriamo negli eventi, probabilmente va fatto con ancora maggiore frequenza). Si tratta, tenuto conto del contesto e degli obiettivi, di scrivere cosa deve essere portato a casa, a cosa dare particolare importanza, cosa ha priorità e quali sono i risultati da raggiungere nel periodo preso in esame. Sono le responsabilità specifiche, concrete, contestualizzate al momento. Potremmo chiamarli obiettivi, ma in realtà includono anche sfumature più intriganti, perché nell’assignement, io che incarno un certo job title posso (o dovrei) anche tenere conto di COME voglio interpretare quel ruolo.

I jobs to be done

Una bussola

  • Le azioni devono avere avere coerenza con description e assignement
  • Non dimenticare il calendario, le persone coinvolte e gli strumenti necessari

Ogni obiettivo va spacchettato in piccole azioni che sommate tra loro faranno percorrere l’intero tragitto.

Dal job title ai jobs to be done

Qui entra in scena la vera sfida, soprattutto quando si costruisce una chart piena di job titles per un evento partendo da zero.

‘’Siamo sicuri di aver previsto la copertura di ogni pezzo del paesaggio e del percorso’’?

Alcuni anni fa, durante un evento, con gli ospiti che arrivavano nella VIP Lounge, ricevetti una chiamata di panico: mancava la carta igienica nelle toilette dei VIP, la quale si trovava all’arrivo di una pista da sci.  L’area VIP era gestita da tre stakeholders diversi e di fatto nessuno di questi aveva pensato a questo dettaglio.

Questo episodio ci portò a riderci sopra per anni, perché in fretta e furia creammo (per sdrammatizzare) il job title Head of Toilet Paper, assegnandolo a un collaboratore, che in fretta e furia corse al più vicino supermercato a comprare ciò serviva con urgenza.

Solo un aneddoto? Proviamo a immaginarlo su più larga scala. Sicuri che non abbiamo dimenticato qualche ‘’jobs be done’’? Perché dal titolo di un ruolo si scende e si scende e si scende fino ad arrivare alla carta igienica. Senza doverla mettere nel titolo, è ovvio che da qualche parte ci deve entrare.

Il modo migliore per farlo è partendo dal processo, o – se vogliamo – dall’utente, dal cliente, dal destinatario finale di ciò che stiamo costruendo. In parole semplice: costruendo la customer joureny operativa. Ne ho già scritto qui.

Il titolo nasconde dentro di sé un universo di micro azioni che portano al risultato. Non è solo una patacca, un proforma, una spilletta per fare scena.

Ecco allora 3 principi da seguire quando si lavora al design della sequenza job (title, description, assignement, to be done).

  • Chiarezza: le parole usate devono dire di cosa ti occupi in modo chiaro e comprensibile. Non ci deve essere mai ambiguità (nel ruolo, nelle responsabilità, negli obiettivi).
  • Concretezza: un titolo è solo un titolo, un titolo invece calato dentro un contesto concreto diventa azione.
  • Sguardo olistico: un job non esiste da solo, esiste solo connesso agli altri job (titles, descriptions, assigmenet, to be done) che alla fine sono persone che fanno cose

Questa è la decima puntata con la lettera J di Job del
Dizionario Tecnico Emozionale dell’Event Design & Management.

Vai alle puntate precedenti

Credit immagine in testa del post: Charlota Blunarova/Unsplash

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